Lettera a San Gerardo

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Caro San Gerardo,

è così che cominciano le lettere, non è vero? Con l’aggettivo “caro”, quasi a voler benignamente carpire la clemente attenzione del ricercato destinatario di una postulante lettera! E in qualche modo, se mi ritrovo con queste speranzose e danzanti dita a sfiorare fiduciosamente i sensibili tasti di una tintinnante tastiera, ed iniziare questo scritto amicale con la più usuale delle forme introduttive, “Caro San Gerardo”, è perché desidero da te cordialmente rapire un surplus di gradita attenzione!

   Anzitutto avrai già notato l’evidente libertà che ho preso di orientare la comunicazione sulla strada del più confidenziale dei pronomi: il “tu”. Ma se mi concedo di darti del “tu” non è perché sono tracotante ed irriverente nei tuoi confronti – Dio solo sa, quanto ti stimo e ti venero – ma perché desidero definitivamente abbandonare il rischio di una relazione scandita dall’ossequiosa e formale distanza, a favore di una più immediata, familiare ed edificante comunicazione.

   Veniamo a noi e al motivo per il quale mi ritrovo a scrivere. Già… noi è l’oggetto della scrittura! Anzitutto “noi”: questo pronome che indica un minimo quantitativo, almeno due persone, e lascia ampi ed indefiniti margini di crescita per il massimo comunitario! Ti scrivo nel nome del “noi”, nel nome di quella comunità parrocchiale che da cinquant’anni vegli e proteggi come agile e premurosa sentinella; quella comunità che, semplice come una spensierata bambina ma matura come una ragionevole adulta, ti invoca come provvidente custode.

   Una comunità che è evidentemente Bella! Bella non come umano aggettivo che vuole soggettivamente qualificare una possibile caratteristica estetica, ma Bella come sostantivo rivelativo della sua vera identità. Pensi che azzarderei nel dire che Bella è il nome proprio della tua comunità parrocchiale? Un nome che ci fa vedere proprio la sua suggestiva identità: essere immagine dell’intima e infinita bellezza di Dio Creatore e Padre! È delizioso fermarsi per guardarle il cangiante viso e in quel continuo passaggio di tempo, scorgere il divenire di un volto che si determina sempre di più, e contemplare la suggestiva somiglianza con il suo Padre bello! E scoprire di non sentirsi necessariamente banali quando dalle ingenue labbra di attenti osservatori, scivola via la più ovvia delle locuzione valutative: “…è tutta suo Padre”! Sì perché sul suo volto è impressa, come sigillo indelebile, la stessa identica caratteristica che ne rivela la sua indubbia e garantita provenienza: la bontà!

   È Bella il nome proprio della tua comunità parrocchiale ed è immediatamente anche Buona! Buona come il pane… da mangiare! Sì, perché posso attestare in tutta libertà che sa farsi cibo, sempre! Perché ha capito il senso intimo di quelle puntuali parole che nuovamente ritornano, tutte le volte che si riunisce intorno alla liturgica tavola imbandita: “fate questo in memoria di me!”. “Fate questo…” – dice Gesù – cioè “tutti voi che formate questa comunità, fatevi cibo, fate della vostra vita un pane fresco, non raffermo, un pane buono da mangiare, gradevole al palato e non soltanto all’inconsistente apparenza degli occhi!”. Ci son voluti cinquant’anni di silenziosa lievitatura per essere oggi tenero e provvidente pane di viva carità! Pane che hai impastato con l’aiuto della più esperta delle solerti fornaie, la Vergine Maria, che già più di duemila anni fa aveva preparato il Pane Supremo per tutti noi, quel Cibo di Vita eterna. Una comunità-pane che tu stesso, accuratamente e pazientemente, hai cotto nel mistico forno della Chiesa che porta il tuo nome! Col tempo ho imparato a riconoscere la freschezza e la tenerezza della vita di questa gente, ne ho sentito la delicata ed inebriante fragranza che riempiva ogni strada, ogni casa del quartiere!

   Ecco, è nel nome di questa comunità Bella e Buona che ti scrivo, caro San Gerardo; è nel nome di questa comunità che evidentemente hai saputo proteggere ed orientare e che sta per celebrare i suoi Cinquant’anni di vita!

   Perché ti scrivo?

Perché con te desidero amplificare il nostro grazie a Dio per il dono del tempo, degli anni vissuti! Ma desidero anche deporre sulla tua testa la candida corona di gratitudine di questa buona gente che ti vuol bene, che ti prega, che ti riconosce fratello maggiore sulla via della santità!

Sono trascorsi 50 anni da quando il buon Dio, per mezzo del Vescovo Mons. Rosario Mennonna, ti volle a Copertino, affidandoti la custodia della nascente Parrocchia. E sei diventato subito uno di noi, uno con noi, uno per noi!

logoSG   Prima ancora di varcare il freddo limitare delle nostre stimate abitazioni, hai varcato la marmorea soglia della nostra profana diffidenza. E prima di conquistarti una poltrona dei nostri domestici salotti, hai camminato accanto alle nostre inquiete coscienze! E prima di guadagnarti un angolo di parete delle nostre mura casalinghe, ti sei affisso sugli stipiti dei nostri pellegrini cuori!

Con te, caro San Gerardo, questa comunità è cresciuta! L’hai tenuta a battesimo quell’8 dicembre del 1964 ed oggi desidera riaffidarsi a te con l’effettiva consapevolezza di chi sa già quanto ha ricevuto e la raffinata e ragionevole speranza del gran bene che potrà ancora ricevere!

  L’8 dicembre 2014 questa Parrocchia celebra il 50° Anniversario della sua Fondazione! Un Anniversario che non è monotona scadenza candelarizzata! Un Anniversario che non è un motivo nobile e sufficiente per giustificare solenni festeggiamenti! Un anniversario che non indica solo il riversarsi di anni nella bisaccia del tempo a noi consegnato. Ma è racconto di vite vissute! Volti incontrati! Grazia donata! Storia viva! Il 50° della Fondazione della Parrocchia è l’Anniversario che orienta lo sguardo al futuro! È sfida di speranza! È il continuo dispiegarsi del sogno della comunione trinitaria di Dio, nel segno della difficile, ma possibile, comunione umana!

E allora, caro San Gerardo, con la fiducia nel cuore e la speranza negli occhi, desideriamo ricaricare di gioioso entusiasmo i nostri piedi, a volte pesanti, per continuare a camminare. A te continuiamo ad affidare i nostri passi e tu orientali sulla strada che porta a Dio. A te continuiamo ad affidare le nostre fragile mani e tu guidaci verso la santità.