Lettera a tutti i parrocchiani… di ieri e di oggi!

Carissimi fratelli e sorelle,logoSG

la gioia, la pace e l’amore di Dio entrino nelle vostre case e accompagnino i vostri giorni arricchendoli di ogni umana e spirituale soddisfazione.

Permettete anche a me di superare le soglie delle vostre intime abitazioni per consegnarvi l’annuncio bello di un evento che riguarda tutti: bambini, giovani, adulti e anziani.
Lunedì, 8 dicembre 2014, la nostra Parrocchia, celebrerà il 50° Anniversario della Fondazione Canonica. Un evento evidentemente significativo e naturalmente unico!

Sono ormai trascorsi cinquanta anni da quando la nostra Parrocchia, San Gerardo Maiella, è nata ed è visibilmente presente nella vita di un territorio del quale, col tempo, ne è diventata anima e sentinella. In questi recenti mesi, più volte mi sono soffermato, da solo e con il Consiglio Pastorale Parrocchiale, a riflettere su questo evento così importante e significativo.

Due domande mi hanno accompagnato e desidero condividere con voi: che significa celebrare il 50° della Fondazione della Parrocchia e cosa ci aspettiamo da questi festeggiamenti?

Va subito detto che cinquanta anni di presenza rappresentano una tappa decisamente importante per la vita di una comunità cristiana. Il 50° non è un anniversario che indica soDON PASQUALE 2lo l’inevitabile scorrere degli anni e l’attemparsi di una parrocchia. Esso è un evento che permette di sollevarsi sul piedistallo del tempo e guardare come, intere generazioni, siano state consegnate, affidate alla Grazia di Dio e come il buon Dio, lento all’ira e grande nell’amore, se ne è preso paternamente e pazientemente cura.

Il 50° è pertanto tappa di ringraziamento generazionale, tappa dove intere e diverse generazioni interessate, composizioni di famiglie che vivono un territorio ed una storia, sono invitate a cantare il loro personale e comunitario grazie a Dio.

Celebrare il 50° della Fondazione di una Parrocchia significa, pertanto, contemplare panoramicamente la grazia di Dio che si è resa efficace nella vita di un quartiere e di tante famiglie, e per questo immenso dono celebrare l’Eucarestia, il rendimento di grazie a Dio. È tempo da non perdere, occasione da non sciupare, un’opportunità da vivere! Nella celebrazione del 50° siamo tutti invitati, ciascuno nello specifico del proprio stato di vita, a riconoscerci destinatari privilegiati di un evento che è per noi.

Papa Francesco, nell’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium” (novembre 2013), ci ricorda che “La parrocchia non è una struttura caduca; proprio perché ha una grande plasticità, può assumere forme molto diverse che richiedono la docilità e la creatività missionaria del pastore e della comunità. Sebbene certamente non sia l’unica istituzione evangelizzatrice, se è capace di riformarsi e adattarsi costantemente, continuerà ad essere «la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie». Questo suppone che realmente stia in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una struttura prolissa separata dalla gente o un gruppo di eletti che guardano a se stessi. La parrocchia è presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione. Attraverso tutte le sue attività, la parrocchia incoraggia e forma i suoi membri perché siano agenti dell’evangelizzazione. È comunità di comunità, santuario dove gli assetati vanno a bere per continuare a camminare, e centro di costante invio missionario” (EG 28).

È in questa interessante riflessione che vi invito a leggere il senso stesso dei festeggiamenti per il 50° che siamo pronti a vivere insieme. Cosa attenderci da questi tre mesi di proposte ed iniziative che precedono il 50°? Le diverse iniziative presentate non servono per esaltare un passato di gloria, non aggiungono nulla alla bellezza del cammino finora compiuto. Esse devono continuare ad aprire le porte della speranza nel domani, devono alimentare la fiducia ed incoraggiare il cammino. Tutto il programma dei festeggiamenti deve dirci che la nostra Parrocchia, proprio perché ha già vissuto un tempo significativo per un determinato territorio, deve continuare con l’aiuto di tutti a “riformarsi ed adattarsi” per essere Chiese che vive tra le case dei suoi figli. Un invito decisamente più impegnativo dello stesso programma dei festeggiamenti perché non si tratta di presentare frontalmente una serie di iniziative, anche interessanti, ma di impegnarsi in prima persona ad essere agenti della nuova evangelizzazione.

 

Accogliamo, dunque, questo tempo di grazia che il Signore concede gratuitamente a tutti noi. Facciamone tesoro. Continuiamo ad edificare ancora oggi quelle solide fondamenta, fatte di valori umani e spirituali, che reggeranno sempre, anche nelle tempeste più severe, le mura della nostra ridente comunità parrocchiale. Lasciamoci andare in un corale slancio di entusiasmo e rinnovato impegno socio-pastorale. Guardiamo alla nostra Parrocchia come la casa di Dio tra le cose degli uoNuvolamini. Abbracciamo con tenerezza chi soffre per le nuove povertà e le moderne malattie. Sentiamoci tutti destinatari di un invito alla speranza che rimotivi i nostri giorni. Saldiamo le nostre relazioni con i nodi della carità cristiana. Deponiamo le armi dello scoraggiamento e della rassegnazione. Abdichiamo da una cultura “praticamente” senza Dio. Torniamo a guardare a Cristo come “Lumen gentium”, luce delle genti. Isoliamo il virus dell’individualismo. Costruiamo ponti di comunione. Usciamo fuori dai comodi cenacoli, dove ci siamo rintanati per paura delle moderne forme di martirio culturale che tendono a relegare i cristiani nell’ambito delle persone che non contano. Torniamo ad essere lievito che fermenta l’informe farina per trasformala in soffice pane.

Ecco cosa attenderci dai festeggiamenti per il 50° della Fondazione della nostra Parrocchia: una rinnovata voglia di andare avanti, un crescente anelito di santità, una beneaugurale ansia di vedere il Regno di Dio nella città degli uomini.

Cominciamo a seminare questi desideri nel terreno della nostra libertà e presto si intravederanno germogli della civiltà dell’amore. C’è l’orizzonte di un tempo nuovo nel futuro imminente della nostra Parrocchia: non possiamo definirne la durata, ma possiamo qualificarne la vita!

Accogliamo, dunque, con docilità ed entusiasmo il programma dei festeggiamenti. Teniamolo a portata di mano. Proviamo ad essere, in questi mesi di preparazione, il ponte che unisce le due sponde della storia della nostra comunità parrocchiale: il “già” vissuto e il “non ancora” che ci attende.

La grazia di Dio abiti nei vostri cuori e il 50° della Fondazione della nostra Parrocchia sia per tutti una rinnovata Pentecoste.

Vi saluto fraternamente lasciandovi la benedizione con cui Dio desiderava che Aronne benedisse gli israeliti: “Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace” (Nm 6,24-26).

 

Il Parroco, don Pasquale Fabbiano